Stamattina, mentre ancora stavamo vestendoci e Dayana aveva appena aperto i quaderni, chiama l'avvocato: ci sta venendo a prendere per andare all'ufficio dell'anagrafe, dove fare il nuovo certificato di nascita, l'iscrizione al registro di stato civile e la carta d'identità.
Occorre recarsi nello stesso ufficio circoscrizionale dove venne a suo tempo registrata la bambina, che si trova in un quartiere all'estremo sud della città, dove i turisti di solito non arrivano.
Abbiamo avuto così occasione di sbirciare la Bogotà nascosta, quella dei quartieri ghetto, delle capanne di cartone pressato, delle strade sterrate o distrutte, abbiamo intravisto un tizio fermato e perquisito per strada dalla polizia coi fucili a pompa spianati che pareva realtv.
Dopo un'ora e mezzo di taxi, siamo arrivati in questo ufficio di frontiera dove, fra un'adempimento e l'altro, abbiamo fatto pomeriggio, riuscendo però ad ottenere tutto quello che ci serviva.
Il frangente ha rivelato l'altissima utilità del lettore mp3, che Dayana ha tenuto acceso per tutto il tempo, diminuendo di molto la noia e la stanchezza.
Rientrando, l'avvocato si è fatta lasciare alla sede del Bienestar, per presentare i documenti da legalizzare e la richiesta della "conformità", che dovrà essere trasmessa in Italia per la richiesta di visto.
Siamo rientrati a casa alle 16,30 distrutti ed affamati ed abbiamo quindi fatto una bella merenda-pranzo a base di ottimo pollo arrosto.
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