mercoledì 10 novembre 2010

Sosta romana

Domenica, come previsto, mattinata di rifinitura dei bagagli, visita di Aida, che ha portato un bellissimo orsacchiottone a Dayana in regalo, poi, subito dopo pranzo, puntuale arriva a prenderci Olga per portarci all'aeroporto, dove ci ha aiutato a fare velocemente check in ed incombenze burocratiche, per poi salutarci ai varchi d'ingresso.
Che dire del volo? Dayana ha immediatamente preso possesso dell'aereo, da brava terrorista, mentre noi cercavamo per quanto possibile di limitare il suo raggio d'azione. Ha tentato più volte di smontare la porta del wc, ha pestato i piedi di  un numero indefinito di passeggeri che cercavano di dormire, per poi passare sotto i sedili e le gambe dei malcapitati. Si è rifiutata di dormire, almeno finchè non si è sorbita due film consecutivi, per poi crollare solo dopo metà tragitto. Quindi tutto a posto.
Siamo arrivati a Madrid con un atterraggio abbastanza turbolento ed abbiamo trascorso le tre ore che ci separavano dal volo verso Roma cercando il gate, che scompariva misteriosamente per poi apparire altrove.
Finalmente, appena saliti in aereo, sia Dayana che Teresa sono immediatamente crollate dal sonno.
Giunti a Roma, troviamo quasi subito il nostro tassista che ci ha portato a casa degli zii Franco e Letizia. Dopo poco, comincia la festa: arrivano, in ordine sparso, le intere famiglie dei cugini Roberto e Claudia, per conoscere Dayana, portando una bella torta di compleanno per Teresa, che li compie fra qualche ora.

Grande entusiasmo ed euforia, e grandissima esibizione di Dayana, che poi si stava imbucando in ascensore per andare via con i figli di Roberto.
Stamattina sveglia in orario domenicale, per riprendersi un po' dal jet lag, e dopo pranzo andiamo in taxi a trovare suor Teresa, con cui Dayana, dopo un primo attimo di diffidenza, si è immediatamente messa a proprio agio, con grandi abbracci, giochi e scherzi al suo solito. Con la zia siamo usciti per andare in metro a San Pietro, dove la bambina ha ascoltato attenta tutte le spiegazioni, e poi nel negozio di souvenir ha chiesto in regalo un piccolo crocefisso.
Congedatici dalla zia, abbiamo fatto una sorpresa a Giorgio e Donatella, che ci hanno accolto con il consueto affetto, mentre Dayana si è subito messa in confidenza, specie con Donatella, con baci e coccole come se l'avesse conosciuta da sempre.
Al ritorno, Giorgio ci ha voluto accompagnare in macchina, così abbiamo avuto modo di poter chiacchierare ancora un po' con lui.

domenica 7 novembre 2010

Si parte

Giornata fervida di preparativi. Stamattina ultima lezione di danza ed ultima lezione di nuoto al centro italiano, dove ci hanno raggiunto, prendendo idealmente il testimone, Giovanni e Angela col piccolo Max, coi quali eravamo d'accordo di vederci per il commiato; che poi sarà un arrivederci, dato che sono modicani.
Dopo pranzo rientriamo subito per riprendere la preparazione dei bagagli.
Abbiamo ricevuto anche le visite dell'avvocato, che ha portato un pensierino per Dayana (si vabbè, anche la fattura) e dell'ottimo Luis, che ci ha prestato una bilancia per pesare le valige, ma che non potrà accompagnarci domani all'aeroporto, avendo altri impegni.
Domani mattina ultime rifiniture al bagaglio e poi andremo all'aeroporto verso le due, per cui fino a lunedì sera, quando saremo a Roma, non scriveremo altro.



Nel salutare questo paese, con tutte le sue contraddizioni, abbiamo riflettuto con Teresa su alcune delle cose che ci mancheranno della Colombia.
A parte tutte le cose che mancheranno a Dayana, soprattutto da mangiare, come il tamal, l'ajiaco, l'arepa, il platano fritto, i patacones, e i succhi di frutta di una varietà impensabile da noi, ci sono tantissime cose di cui ci accorgiamo che sentiremo la mancanza.
Per restare nel culinario, sicuramente la qualità della carne colombiana è eccezionale, che sia bovina o suina, o l'onnipresente pollo, il gusto e la tenerezza sono ineguagliabili, qui è pieno di piccoli localini lungo le strade che arrostiscono carne tutto il giorno e che ti propongono assaggi sulla strada per invogliarti.
Ci mancherà l'allegria dei colombiani (anche se un pezzettino viene con noi), sempre pronti a far festa, sempre gentili e disponibili.
Ci mancheranno i mille posti attrezzati per i bambini, dai parchi giochi disseminati ovunque, ai parchi di divertimenti, più o meno grandi, più o meno educativi, fino ai bagni su misura e pulitissimi in tutti i centri commerciali.
Sentiremo molto anche la mancanza di Luis, la sua cortesia e disponibilità, la sua discrezione e l'affetto sincero che dimostra verso i bambini.
I ragazzini che vanno a scuola tutti in divisa, diversa per ogni istituto, pantaloni e maglione per i maschi e gonna scozzese e calzettoni lunghi e rigorosamente bianchi per le femmine.
Gli sguardi dei bambini colombiani, con quegli occhioni neri che ti guardano dentro sono un'altra delle cose che ci portiamo appresso, come la luce che splende negli occhi delle mamme adottive.
Ed infine il tempo che abbiamo avuto a disposizione per goderci la nostra bambina, che al ritorno a casa sarà difficile da ricavare, almeno come quantità.

sabato 6 novembre 2010

Saluti, saluti, saluti

Stamattina giretto in centro con Luis, in cerca di libri di musica colombiana, per portare con noi qualcosa che a Dayana possa rimanere per ricordo della sua terra.
Poi a pranzo al centro italiano, con successiva lezione di nuoto e saluti con Tonia e Claudio, Rosy e Roberto ed i loro bambini, che ci hanno fatto sentire meno lontani in questi ultimi giorni.
Ci rivedremo sicuramente in patria.

venerdì 5 novembre 2010

Col senno di poi

 La mattina comincia con l'attesa della telefonata di Olga per andare a fare il visto. Intanto la burrasca si scatena, breve ma violenta. Teresa aveva appena cominciato a far scrivere la bambina, la quale non aveva molta voglia, e faceva finta di non sapere scrivere correttamente nemmeno il suo nome. Dopo un paio di correzioni ripetute, un urlo e Dayana viene mandata nella sua stanza per punizione.
Solo al mio ritorno scoprirò che, dopo circa un'ora, era uscita dalla stanza, aveva preso i quaderni e fatto tutto da sola, senza sbagliare niente. Al momento di leggere aveva portato il libro a Teresa, che intanto faceva finta di vedersi un film.
Intanto io, dopo aver ricevuto la telefonata agognata, ero uscito in taxi per raggiungere Olga e Gianni (che parte domani) all'ambasciata italiana, dove nel giro di un'oretta o poco più, a mezzogiorno avevo il visto per la bambina; se avessimo rischiato di fare i biglietti per oggi, saremmo già sull'aereo; per lo meno ci siamo risparmiati lo stress relativo.
Decidiamo quindi di uscire per il pranzo e ci rechiamo al Santa Fè, avendo in programma un appuntamento al Divercity con i connazionali. Appena giunti, però, la signorina all'ingresso ci sconsiglia l'entrata perchè stanno per arrivare circa 700 bambini di una scolaresca.
Cambio di programma: pranziamo, facciamo un giretto e poi ci spostiamo all'Unicentro, dove Dayana aveva chiesto di andare per giocare a bowling.
Anche qui, altro giro per negozi e negozietti, per poi incontrarci con i sardi, Gianni e Francesca, che con i loro piccoli sono in partenza domani; insieme siamo stati a cena in un localino tipico, condito di spettacolino di musica popolare e spettacolone di bimbi, che si sono fatti accendere il jukebox dal titolare, scatenandosi in danze improvvisate, mangiando pochissimo, ma divertendosi un sacco.

giovedì 4 novembre 2010

Ancora 4 giorni

Allora, stamattina abbiamo fatto il punto della situazione: le probabilità di avere il visto per domani ci sono, ma l'orario non si può stabilire; io e Teresa abbiamo i biglietti già staccati per domenica; per partire domani dovremmo praticamente andare all'ambasciata con le valige pronte, ma senza certezza di poter partire.
A questo punto chiamo l'agenzia per vedere se ci sono posti per venerdì: buca.
Tanto vale metterci il cuore in pace e quindi decidiamo di partire domenica, per Roma via Madrid, e poi mercoledì mattina, con calma, rientreremo a Catania. La buona notizia è che quanto meno il biglietto di Dayana è costato la metà del previsto.


A voler guardare l'aspetto positivo della cosa, avremo più tempo per salutare gli amici, per fare i bagagli, per ultimare gli acquisti di souvenir.
Torniamo alla cronaca, dopo i compiti, siamo andati a pranzo al centro italiano, dove alle 14 i bambini hanno seguito la lezione di nuoto.
Rientro a casa e relax, con un po' di telefonate per organizzare la giornata di domani.

mercoledì 3 novembre 2010

Riprendiamo le trasmissioni...

... dopo essere stati da più parti rimproverati per il giorno di silenzio, ma il terzo giorno di vacanza forzata non ci ha stimolato molto.

Unica nota di rilievo, che siamo andati con le tre coppie italiane che abbiamo frequentato in questi giorni al parco Mundo Aventura, dove Dayana, alla sua terza visita, ha ovviamente guidato la ciurma di bimbi attraverso le varie attrazioni.
Oggi mattinata casalinga, dato che il centro italiano è chiuso, con la buona notizia che finalmente i documenti sono partiti per l'Italia, e la cattiva che quasi sicuramente dovremo aspettare giovedì pomeriggio (quando invece speravamo di partire) per il visto, a causa di una serie di concomitanze fra orari di ufficio e differenza di fuso.
A questo punto, qualche giorno in più o in meno non cambia molto, ma il pensiero ormai è rivolto verso casa, tanto che abbiamo comunque (anche per scaramanzia) cominciato a fare qualche valigia.

lunedì 1 novembre 2010

Shopping

Appuntamento stamattina con le altre coppie di italiani al Plenitud, per il mercatino e la S.Messa.
Appena arrivati, Halloween impazza, per i bambini c'era una festa scatenata con animatori mascherati, balli canti ricchi premi e cotiglioni.
Poi si sono imbucati a prendersi i dolcetti e la merenda riservati ai figli dei dipendenti.
Durante la Messa, si scatena l'acquazzone, che impone un cambio di programma; dopo esserci rifugiati sotto i portici, appena spiovuto, mentre gli altri decidono di andare al centro italiano, noi manteniamo il programma originario, che prevede un'ulteriore visita al quartiere di Usaquen.
Mentre ci accingevamo a procurarci un carro per il trasporto, Dayana scappa dicendo "se mi cercate sono qui dentro".
Sentiamo della musica e scopriamo che c'era un concerto di un'orchestra di fiati, fatta di ragazzi, che la bambina ha seguito con grande interesse (ed anche noi).
 
Ovviamente la cosa ci ha particolarmente colpito, perchè evidenzia ancora una volta il piacere di Dayana per la musica, tanto che voleva andare da un orchestrale a chiedere in prestito un clarinetto.
Arrivati ad Usaquen, una piacevole passeggiata per i vicoli pieni di gente in maschera di ogni età, musica per le strade, bancarelle che vendono di tutto; il quartiere adatto per Teresa, tanto che si è informata sui prezzi delle case.
Dopo un pranzo un un locale tipico, la pioggia ci ha consigliato di rifugiarci presso il centro commerciale vicino, anche qui pieno di bambini in maschera che giravano per i negozi in cerca di dolci.
Rientrati a casa, la pellicola "Come d'incanto" ha incantato Dayana, che ha avuto perfino il permesso di rivederla dopo cena e di ballare sul divano tutte le canzoni con Teresa.

domenica 31 ottobre 2010

Riposo forzato

Il primo di tre lunghissimi giorni di attesa, dato che oggi, domenica e lunedì non funziona nessun ufficio, nè qui nè in Italia.
Appena alzati, una volta ottenute le scuse da parte di Dayana per il comportamento di ieri sera, con la conseguente indulgenza plenaria, ci siamo diretti al centro italiano, dove siamo arrivati appena in tempo per la lezione di danza.

Finita questa, arrivano le altre coppie di italiani adottanti con cui frequentiamo il club in questi giorni, tutti pronti per la festa; tutti i bimbi in maschera per la festa di Halloween, che inizia alle 11 e dura fino al pomeriggio, comprensiva di pranzo e merenda.
Ci siamo praticamente dimenticati dei figli, restando per ore seduti a parlare delle rispettive esperienze e di molto altro, mentre ogni tanto qualcuno di noi si allontanava per andare a vedere come andava la festa.
Verso le 17 rientro a casa, ma con appuntamento per la cena, che tutti gli altri, appartenenti all'associazione NAAA, avevano fissato con la loro referente in un ristorante italiano.
Giusto il tempo di rilassarsi un po', e già siamo pronti per uscire di nuovo, per recarci all'appuntamento.
Il locale è piccolo ma accogliente, purtroppo poco adatto ad accogliere masnade di piccole pesti come stasera. Soprattutto, la comida italiana si rivela un mezzo fiasco: quasi tutti i bambini storcono il naso davanti ad un ottimo antipasto, e molti di loro hanno mangiato poco anche del resto; mentre invece i genitori siamo usciti soddisfatti di aver provato sapori che ci mancavano da un bel po'.
La solita nota stonata del comportamento di Dayana, che mi ha costretto a rimproverarla aspramente all'inizio della cena, dopo di che ha mutato atteggiamento, comportandosi quasi bene.
Salutati gli amici, al rientro a casa ho fatto un predicozzo paterno alla bambina, in modo deciso ma non arrabbiato, che spero possa dare frutti, almeno a medio termine.
Domani è un altro giorno.

sabato 30 ottobre 2010

Ancora un passo avanti

Sveglia presto e tutti pronti, alle 8 arriva Olga, la spurugghiafacenni della Dimora, che ci porta a fare il passaporto della bambina, preoccupata perchè oggi è fine settimana e fine mese e lunedì sarà festivo, quindi prevede grande fila allo sportello passaporti.
Invece, miracolo, è riuscita a farci saltare tutte le file e alle 9.35 siamo usciti dall'ufficio con il passaporto fiammante in mano.
A questo punto rientriamo a casa per fare i compiti, per poi recarci più tardino al centro italiano.
Mentre eravamo per strada, richiama Olga, dicendo di tenermi pronto che alle 13 mi verrà a prendere Luis per andare al Bienestar a prendere il documento della "conformità", fantastico!
Pasto frugale a base di hamburgers e, all'arrivo di Luis, lascio Teresa e Dayana che si preparano per la piscina e vado con lui all'appuntamento, dove ancora una volta Olga-lampo riesce in 20 minuti ad ottenere il documento. A questo punto il problema sono i tre giorni festivi, dato che ci manca ancora il certificato del registro civile e poi si può spedire tutto in Italia per la richiesta di visto.
Ci salutiamo con la promessa da parte di Olga che farà di tutto per completare martedì i documenti e sia lei che Luis si dicono certi che entro mercoledì, salvo imprevisti, si possa avere il visto. Incrociamo le dita.
Rientro al centro italiano, dove trovo le donne a mollo con la squadriglia degli altri italiani conosciuti in questi giorni. Dopo poco comincia la lezione di nuoto.
Dayana è sorprendente, in due lezioni già nuota sola, riuscendo a prendere più aria che acqua, e ha deciso che i braccioli sono roba per pappemolli.
Al rientro ancora un po' di compiti, in attesa di Luis, che abbiamo invitato a cena con famiglia, un po' per ringraziarlo di quanto fa per noi, un po' per passare una serata diversa.
Siamo andati in un ristorante tipico molto bello (stavolta però la musica non era granchè), dove abbiamo goduto ancora una volta dell'ottima carne colombiana.
Durante il rientro, però, Dayana si è comportata in modo abbastanza maleducato, per cui le abbiamo promesso punizione per domani...riuscirà ad ottenere l'amnistia?

venerdì 29 ottobre 2010

Cominciano le carte

Stamattina, mentre ancora stavamo vestendoci e Dayana aveva appena aperto i quaderni, chiama l'avvocato: ci sta venendo a prendere per andare all'ufficio dell'anagrafe, dove fare il nuovo certificato di nascita, l'iscrizione al registro di stato civile e la carta d'identità.
Occorre recarsi nello stesso ufficio circoscrizionale dove venne a suo tempo registrata la bambina, che si trova in un quartiere all'estremo sud della città, dove i turisti di solito non arrivano.
Abbiamo avuto così occasione di sbirciare la Bogotà nascosta, quella dei quartieri ghetto, delle capanne di cartone pressato, delle strade sterrate o distrutte, abbiamo intravisto un tizio fermato e perquisito per strada dalla polizia coi fucili a pompa spianati che pareva realtv.
Dopo un'ora e mezzo di taxi, siamo arrivati in questo ufficio di frontiera dove, fra un'adempimento e l'altro, abbiamo fatto pomeriggio, riuscendo però ad ottenere tutto quello che ci serviva.
Il frangente ha rivelato l'altissima utilità del lettore mp3, che Dayana ha tenuto acceso per tutto il tempo, diminuendo di molto la noia e la stanchezza.
Rientrando, l'avvocato si è fatta lasciare alla sede del Bienestar, per presentare i documenti da legalizzare e la richiesta della "conformità", che dovrà essere trasmessa in Italia per la richiesta di visto.
Siamo rientrati a casa alle 16,30 distrutti ed affamati ed abbiamo quindi fatto una bella merenda-pranzo a base di ottimo pollo arrosto.