giovedì 30 settembre 2010

Bogotà tour

Stamattina giretto per il centro, offerto dal Plenitud. Ci troviamo alle 9,30 con altre due famiglie adottive, una di Novara con una bambina di 9 anni e un'altra di Milano, che ha già un figlio, con un bimbo adottato adesso di 7 anni.
Ovviamente durante il tragitto, mentre i bambini si fanno le loro confidenze, con notevole confusione, i genitori si scambiano le esperienze; noi siamo i più "freschi" essendo qui solo da 10 giorni.
Prima tappa al museo Botero, dove Dayana ha realizzato un servizio fotografico, con successiva passeggiata nel centro della città (che noi in parte avevamo già visto). Molto suggestiva la chiesa del Carmine, dei salesiani.
Arrivati nella piazza Bolivar, le altre famiglie decidono di rimanere in zona e visitare anche il museo dell'oro, mentre noi rientriamo, non sentendoci tanto sicuri dell'iniziativa.
Pranzo all'Unicentro e successivo shopping, durante il quale Dayana si è mostrata piuttosto disubbidiente, rovistando tutti gli articoli esposti, allontanandosi senza permesso e facendo finta di non sentire i rimproveri.
Nonostante questo, la maggior parte degli acquisti sono stati per lei.
Al ritorno, Teresa ha l'ottima idea di provare a vedere insieme un film, ed infatti riusciamo ad interessare la bambina alla visione de "la bella e la bestia" tutti insieme appassionatamente sul divano e con la coperta.
Dayana ha apprezzato tanto il film che appena finito, mentre si iniziava a preparare la cena, se lo è voluto sorbire di nuovo per intero.
Durante la cena, però, ha cominciato a fare una serie di manfrine, alzarsi, girare, e non dare conto, finchè sono arrivati i soliti rimproveri con conseguente pianto, placato solo al momento di andare a nanna.
Siamo un po' sconcertati da questo atteggiamento, dato che oltre a piangere per nulla, Dayana in questi momenti alza come una barriera, oltre la quale non riusciamo a penetrare. Vedremo.

mercoledì 29 settembre 2010

Qualche riflessione

Oggi la cronaca non ha riservato nulla di rilevante. Anzi forse questa è proprio una cosa rilevante, è stata una giornata "ordinaria".
Anche il livello dei capricci è notevolmente sceso, quasi ad adeguarsi a questa normalità.
Mattinata al centro italiano, di cui pubblichiamo un paio di foto, con giochini, piscina, altri giochini e poi pranzo. Dayana prende sempre più confidenza con l'acqua, ed avendo ormai capito che i braccioli la reggono ha voluto nuotare senza noi vicino; anzi dopo aver visto altri bambini ha iniziato una serie di tuffi da bordo vasca assolutamente inaspettati, alcuni dei quali nella zona più profonda della piscina, cosa che ha terrorizzato Teresa che ovviamente mi ha rimproverato di ciò :-)
Dopo pranzo abbiamo tentato di andare al Divercity, ma stavolta siamo stati bloccati da una scolaresca di oltre 1000 bambini in fila all'ingresso, per cui un'addetta ci ha sconsigliato di entrare con quella confusione.
Quindi giretto al centro commerciale, con acquisto di vestito in maschera (!) da orientale che, anche se un po' grandino, a Dayana sta benissimo.
Rientrati alla base, mentre ci stavamo per sedere a cena, si sente da fuori cantare e suonare: un gruppo di musicisti, credo ospiti dell'albergo che fa parte del residence, che si è esibito in una serie di canti mariachi che hanno messo Dayana di grande buonumore, dato che si è messa a ballare e canticchiava alcune delle canzoni, che evidentemente conosceva.
Come da accordi, stasera a letto senza tenda, solo il solito non ho sonno.
Sembra proprio che la bambina abbia capito che con l'integrazione ormai siamo una famiglia, siamo diventati definitivamente "el mi papi" e "la mi mami", oggi ha ripreso un po' di quella tranquillità che negli ultimi giorni si era affievolita; l'unico serio problema forse è che secondo noi sente il bisogno di compagnia, avere altri bambini con cui giocare le farebbe sicuramente bene.
Per quanto riguarda noi, cominciamo a sentire il peso della lontananza da casa. L'appartamento, per quanto comodo, è sempre meno di 50 metri quadri e non è facile passarci dentro praticamente la gran parte della giornata. Cercheremo nei prossimi giorni di organizzarci meglio per evitare di passare soprattutto i pomeriggi a casa, che sembrano interminabili.

martedì 28 settembre 2010

Integrazione

Oggi si compie il primo di una serie di adempimenti che alla fine ci permetteranno di tornare a casa: la cosiddetta integrazione, consistente in una specie di esame da parte dei servizi sociali dello stato di costituzione della famiglia.
Bene, la mattinata scorre lentamente, io e Dayana scendiamo al parco del Plenitud, dove incontriamo una mamma adottante con tre bambini, che giocano insieme a lei.
Durante questo passatempo, un episodio increscioso: nel prato attorno al parco giochi assistiamo ad un efferato delitto, un gatto ha preso un uccellino e se lo è mangiato! Questa cosa ha fortemente colpito Dayana, che sul momento stava per vomitare.
Ho provato a spiegarle che la natura ha le sue leggi, che gli animali più grossi mangiano i più piccoli, ma mi ha fregato in pieno chiedendomi "allora l'elefante?" Oooops!
Mentre risalivamo in appartamento le ho spiegato che dopo pranzo saremmo tornati al centro del Bienestar di Zipaquirà, a parlare con le signore che ci avevano fatto incontrare, a cui dovevamo dire che le vogliamo tanto bene e che la vogliamo per sempre con noi; lei ha annuito, e il suo "Sì, papi" mi ha sollevato moltissimo.
Salto all'Unicentro per un pasto frugale (Dayana, ancora sconvolta dall'episodio del gatto, ha preso a stento un cono gelato) e poi ci si agghinda per l'occasione.
Alle 13 in punto arriva Luis con l'avvocato e insieme prendiamo la strada per Zipaquirà, circa tre quarti d'ora, durante i quali Dayana, al solito, non ha smesso per un istante di chiacchierare.
Arrivati al Bienestar, appena la direttrice del centro la vede, si rende conto di non avere più davanti la bambina di una settimana prima, non solo per l'eleganza, ma anche per l'espressione del viso.
Arrivano anche la psicologa e l'assistente sociale ed inizia l'intervista, praticamente uno spettacolo di Dayana, che ha tenuto testa a tutti, rispondendo anche alle domande che venivano rivolte a noi.
Ad un certo punto, la psicologa ha preferito appartarsi con la bambina per porle forse delle domande senza la nostra presenza, mentre la direttrice chiedeva a Teresa in che modo si comportava davanti ai capricci e in che modo le parlava, annuendo  positivamente alle sue risposte.
Alla fine rientrano le signore che si erano allontanate con Dayana, con aria soddisfatta, ma esortandoci a parlare più lentamente alla bambina, per permetterle di capirci meglio.
Alla fine Dayana ha cominciato a far vedere tutte le foto (anche scattate da lei) dal telefonino di Teresa (che ormai padroneggia), facendo la didascalia di ciò che mostrava, dal parco alla piscina, al centro commerciale, al compleanno, agli altri bambini e soprattutto soffermandosi sulla foto di Teresa, facendo vedere a tutti che quella era la sua mamma.
A questo punto la fatidica domanda: ma allora la volete? A cui abbiamo risposto solo con un sorriso, che è stato sufficiente.
Saluti con baci e abbracci della bimba distribuiti a tutti ed un caloroso ringraziamento della direttrice a Teresa per l'ottimo lavoro compiuto.
Si passa poi a depositare al Tribunale locale la domanda per la sentenza definitiva di adozione e rientriamo tardissimo, a causa del solito traffico.
A proposito, le foto di oggi, tranne la prima, sono di Dayana.

lunedì 27 settembre 2010

...o forse sì?

Essendo domenica, abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso.
Insieme a Massimo e Clara ed ai loro bimbi, appuntamento alle 9,30 con Luis, coadiuvato per l'occasione dal sig. Alberto (finalmente qualcuno che mastica un po' d'inglese!) dato che ci vogliono due macchine.
Si parte per il parco chiamato Panaca Sabana, che pensavamo fosse uno zoo, ma in realtà è una specie di enorme fattoria didattica, dove ci sono una notevole quantità di animali domestici, distribuiti su una superficie grandissima, con giochini interattivi per i bambini (che veramente non abbiamo nemmeno visto) e vari spettacoli organizzati nel corso della giornata.
Faticoso, dato che abbiamo camminato per oltre un'ora, ma abbastanza divertente per i bambini, che si sono molto interessati alle varie specie presenti.
Dayana, anche stavolta, ha molto socializzato con gli altri bimbi, specie con le femminucce, assumendo un po' l'atteggiamento della capobanda, dato che è la più grande.
Dopo la passeggiata istruttiva, spettacolo equestre veramente ben organizzato, con esibizioni che hanno entusiasmato grandi e piccoli.
Ovviamente, prevista dose di lacrimoni di Dayana al momento di andare via (sperava tanto in una cavalcata...) ma era già abbastanza tardi.
Sosta lungo la strada per una vera comida colombiana, a base di arrosto misto di carni, con vari accessori, quasi tutti buoni, dai sapori strani ma accattivanti (quasi tutti); abbiamo peraltro scoperto che a Dayana piace una specie di versione locale del cosiddetto "sangeli" (dovremo portarla alla pescheria?).
Si riparte alla volta del lago di Guatavita, luogo dove nasce e si alimenta il mito dell'El Dorado, ma arrivati sul posto scopriamo che per vedere il lago ed un antico villaggio (tuttora abitato) occorre subire una "passeggiata ecologica" di oltre un'ora, cosa che smorza notevolmente gli entusiasmi; mentre si decideva se andare a vedere solo il villaggio (a una decina di minuti) un violento acquazzone ci consigliò di scappare.
Mentre rientravamo, passando dal paesino di Guatavita ci fermiamo in una piazzetta, per poter vedere dei negozietti del luogo.
Dato che però Dayana si era addormentata e continuava a piovere, mi offro di restare con lei in macchina... ahiahi, dopo nemmeno cinque minuti si è svegliata, fresca e pimpante, mentre lo shopping durò circa tre quarti d'ora! Non so più che cosa mi sono inventato per evitare che smontasse la macchina del signor Alberto (a proposito, ho pensato che deve essere molto appassionato di calcio, dato che possiede una Volkswagen Gol).
Tornando, forse a causa del temporale, le strade di accesso a Bogotà erano quasi tutte chiuse, per cui ci siamo trovati in un megaimbuto di oltre 10 kilometri, arrivando sfiniti alle 19 a casa.
Ci prepariamo per la cena, non senza capricci, e Dayana riesce a trattare una dormita in tenda, dato che Teresa sperimentò di mettere la tenda sopra il letto.
Come faremo a non farla diventare abitudine?...

domenica 26 settembre 2010

Non si può dormire in tenda

Passati i fumi della festa, eccoci di nuovo alla vita "normale". Stamattina passeggiata a piedi fino al centro italiano, per un bel bagno in piscina, dove Dayana si è scatenata, cominciandosi a prendere i primi di una serie di rimproveri che si sono succeduti durante tutta la giornata.
Dopo il bagno, acquazzone improvviso quanto violento, ma avevamo già deciso di rimanere sul posto a pranzo, in attesa del quale la bambina si è divertita a giocare in uno spazio apposito con materassi colorati e palline, insieme ad altri bambini, che ha dopo poco coinvolto nella costruzione di casette con i materassini.
La cucina del centro si è rivelata gustosa ed economica, abbiamo preso lasagne (io) cannelloni ricotta e spinaci (Teresa) e un'enorme cotoletta (Dayana) che usciva da tutti i lati del piatto, ma della quale non rimase traccia.
Quindi in taxi al Santafè, dove avremmo voluto portare Dayana al Divercity, che sarebbe una specie di parco tematico dove i bambini si trovano in una piccola città in miniatura, ma essendo sabato, la fila ci ha terrorizzato ed abbiamo rimandato ad altro giorno la visita.
Abbiamo girato un po' per il centro commerciale, comprato finalmente gli occhiali da sole alla bimba, che li chiedeva da quando ha visto i miei, e subito una serie di piccoli capricci, con annessi lacrimoni spaccacuore, che ci sembrano dei tentativi di Dayana di testare la nostra pazienza.

Anche perchè. al di là del naturale nervosismo che si porta dentro, poi dopo cinque minuti riprende a ridere mandare baci e cinguettare.
Le abbiamo anche comprato un paio di scarpe, con cui c'era in offerta una piccola tenda pieghevole tipo campeggio, che fino all'arrivo a casa non era stata presa in considerazione.
Appena però Teresa l'ha aperta nella sua stanza, la sorpresa è stata grandissima e ci sono voluti sforzi immani per convincerla che non poteva dormirci dentro.
Alla fine, per risolvere l'incidente, Teresa si è messa a letto con lei, fino a quando non ha preso sonno (adesso).
Domani è domenica, se il tempo terrà andremo insieme a Massimo, Clara e bimbi in un posto fuori città dove ci sono un parco ed uno zoo.

sabato 25 settembre 2010

Feliz Cumpleaños


La giornata inizia all'insegna della festa. Al risveglio, Dayana trova sul letto il regalo della mamma e del papà, una collanina con ciondolo a forma di cavallino e un pupazzetto che rappresenta un topino, nonchè un biglietto che suona tanti auguri aprendolo.
Manifesta stupore e perlepessità, non riuscendo a capire da dove uscisse il suono.
Dopo colazione, abbiamo cominciato ad addobbare il soggiorno con festoni e striscioni e palloncini colorati, poi abbiamo preparato dei sacchettini di caramelle da regalare ai bambini invitati alla festa.
Quindi giro per i giardini del Plenitud, con scoperta di un piccolo parco giochi, dove la bambina si scatena, causando non poche palpitazioni a Teresa, terrorizzata dalle evoluzioni spericolate.
C'è voluto un po' per convincere Dayana ad uscire, ma era necessario comprare la torta, lo spumante e altre piccole cose. All'Unicentro, la bimba si pianta davanti ad una vetrina, indicandoci un libro-giochino che aveva attirato la sua attenzione e indovinate cos'è successo? Indovinato!
Pranzo in un fast food di pollo e ritorno a casa, dove la mamma dichiara forfait, mentre babbo e bimba escono per l'ultima missione: ordinare le pizze.
Siamo stati in giro, fra andata e ritorno, circa un'ora e mezza, durante la quale Dayana non ha smesso un istante di parlare nemmeno per respirare, descrivendo tutto quello che facevamo e che vedeva, tipo sottotitoli: certolamammarimaneacasaperchèsisentestanca e guardaqueigiochinichevendequellasignoraiononlihovistimai e guardalevaligeiononcelhounavaligiaanziuna piccolamacistannosololebambolemeneserveunagrandeperviaggiare eccetera. Meno male che arrivati dal signore delle pizze ha voluto un succo di frutta, che è servito a tapparle la bocca per un buon quarto d'ora.
Al rientro, finalmente il vestito della festa, che chiedeva di indossare già dal mattino (ma ve lo figurate sulle giostrine?) e per evitare di passare due ore al computer o alla tv, scendiamo di nuovo in giardino ad aspettare gli invitati, qui Dayana ci ha messo alla prova, prima le giostre (ma col vestito della festa) poi comincia a nascondersi e scappare per i cortili e a prendere rimproveri, tanto da rimanere imbronciata e senza voler parlare, per una buona mezz'ora.
Fino all'arrivo degli invitati, Massimo e Clara con i loro tre pargoli e Luis con la figlia. A questo punto l'atmosfera si fa festaiola, Dayana dopo un primo tentativo di rimanere scorbutica passa a fare gli onori di casa con i bambini e così, mentre i piccoli cominciano a giocare, i grandi si scambiano le esperienze e si confortano per le difficoltà.
Alle sei arrivano le pizze (mica male) e poi si passa alla torta, con regolamentari candeline. I bambini si sono scatenati, palloncini dovunque, trombette e torta spiaccicata qua e là, ma ci sta tutto.
Salutati gli ospiti, fnalmente rivediamo il sorrisone di Dayana, che ci abbraccia felice della sua prima festa di compleanno (chiedendo se ne potevamo fare una al giorno). Noi esausti invece l'abbiamo esortata a raccogliere piattini, tazzine, forchettine giocattolo sparsi per tutta la casa, cosa che in verità non si è fatta ripetere due volte, e alla fine le abbiamo concesso mezz'ora di Disney Channel, prima di nanna.
Oggi è stata una giornata intensa (ma va?) di emozioni, di non sapere che pesci prendere, ma anche di felicità nel vedere nostra figlia relazionare serenamente con altri bambini. Condividere con loro tutto quello che avevamo comprato e preparato per la sua festa e ringraziare per i regali ricevuti (anche la zia Maria).

venerdì 24 settembre 2010

Vigilia della festa

Oggi giornata di preparativi per la grande (!) festa di compleanno di domani.
La sveglia è stata allietata dal raffreddore di Teresa, che è stata prontamente raggiunta a letto da Dayana, mentre indovinate a chi è toccato di preparare il desayuno?
Dopo un avvio a rilento ma completo di docce, sciampi e balsami, le signore erano già pronte davanti alla porta per la missione impossibile: comprare il vestito per la festa e le scarpe eleganti.
Già ieri le ricerche erano risultate infruttuose, ma i nostri eroi non disperavano nella riuscita dell'impresa, tanto da arrivare all'apertura dei negozi, con le commesse che ci accoglievano con secchio, straccio e guanti.
Dopo una serie di prove, non volendo comprare qualcosa di italiano, la scelta si è orientata su un vestitino lungo stile impero, con punto smog nel petto, fiorellini ricamati e coprispalle in maglina, in perfetto stile Holly Hobby (il massimo della moda colombiana).
La scelta delle scarpe ha visto una grande affermazione della volontà di Dayana che, avendone provate due paia, resistè strenuamente ai tentativi di Teresa di convincerla sull'altro modello (più adatto al vestito, ma senza sbrilluccichi).
Le ultime forze ci vedevano trascinarci verso casa per la comida, dove Teresa si cimentava nella sua famosa pasta con mousse di peperoni, ostacolata dalla signorina che aveva deciso di non volerla nemmeno assaggiare, ma con grande soddisfazione dopo la prima forchettata acconsentì al riempimento del piatto.
Finito di pranzare e fatte alcune telefonate, Teresa ci saluta per la siesta, lasciandomi il compito del babysitteraggio pomeridiano.
Abbiamo prima fatto alcuni giochini col computer, poi disegnato e colorato, sempre al pc, finchè la regina madre aprì un occhio per chiedere il caffè.
Tardo pomeriggio dedicato ai compiti e quindi cena a base di zuppa di lenticchie, con la piacevole scoperta che a Dayana piacciono molto le mele.
Soliti capriccetti del non voglio andare a letto, completamente ignorati da me e Teresa, e buonanotte.
Domani sarà un giorno speciale, la prima volta (mi ha confidato) che le viene festeggiato un compleanno, abbiamo invitato una coppia di ragazzi di Ragusa che hanno adottato tre bimbi e Luis con la figlia di 9 anni. Faremo un po' di baldoria e spegneremo assieme le candeline.

giovedì 23 settembre 2010

Che dire?

Oggi giornata, sembra assurdo dirlo, di routine.
Sveglia con passaggio nel lettone, colazione; a metà mattinata siamo usciti in cerca di una papeleria per comprare dei quaderni, ma dopo l'acquisto, nel rientrare in albergo, siamo stati colti da un acquazzone e ci siamo rifugiati in un supermercato lungo la strada, che con nostra sorpresa abbiamo trovato oltre che ben fornito, molto elegante e raffinato.
Una volta rientrati, Teresa e Dayana hanno cominciato a scrivere sui nuovi quaderni, mentre io in cucina preparavo il pranzo.
Quindi il solito giro di telefonate a mezzo mondo, con la bambina che ora risponde a tutti e riconosce amici e parenti, prendendo il suo album di foto ed indicandoci le persone con cui ha parlato.
Nel pomeriggio nuovo centro commerciale, Santa Fè, alla ricerca di un vestito per la festa di compleanno di venerdì.
Tornati a casa per la cena, dato che abbiamo fatto un po' più presto, abbiamo concesso a Dayana mezz'ora di cartoni in tv, accolti con grande entusiasmo, e poi buonanotte e a nanna.
Ci sembra di vivere in un sogno, e di avere avuto la bambina sempre con noi, nessuno dei timori manifestati dagli operatori dell'ICBF, di aggressività o attacchi di nervi, si è minimamente manifestato, Dayana gioca, scherza, ride, si prende le coccole e ce le restituisce, ci prende in giro e ci sta organizzando la vita.

mercoledì 22 settembre 2010

Eccoci qui

Oggi, ma forse anche per un altro paio di giorni, abbiamo preferito evitare giri turistici e uscite stressanti, per poter dedicare a Dayana il massimo del tempo.
Dopo la notte passata in assoluta tranquillità (la bimba ha fatto 9 ore filate di sonno), doccia e colazione e, dato che la connessione internet fa le bizze e non possiamo comunicare come volevamo, decidiamo di fare una passeggiata fino al Centro Italiano, qui vicino, dove ci sono impianti sportivi, palestre e giochi per bambini.
Lungo la strada, dietrofront, telefona la sig.ra Aida che ci sta aspettando al Plenitud, quindi torniamo per prendere insieme a lei un caffè, finalmente poter parlare di presenza e capire che anche lei si mostra piacevolmente sorpresa dal grado di affiatamento raggiunto in così poco tempo.
Si torna quidi al Centro Italiano, per un lungo bagno in piscina, durante il quale Dayana (chissà se aveva mai nuotato prima?) passa dal terrore, alla sperimentazione, al non voglio uscire. Penso che torneremo spesso, anche perchè la tessera che abbiamo fatto dura 15 giorni.
Pranzo a casa, ma con pizza da asporto (oddio, pizza è una parola grossa, ma non tanto male) e dolcetti Donkin Donuts che accendono gli occhi di Dayana.
Quindi, finalmente parte la connessione internet e qui segue una lunga serie di chiamate con parenti e amici, tutti ansiosi di notizie e di starci vicino.
Si esce per andare al supermercato, dove la bimba, addetta al carrello, ne fa uso più che altro da autoscontro, fermandosi davanti ai cibi a lei conosciuti e consigliandoci di comprare per la cena una zuppa di pollo liofilizzata (rivelatasi ottima); poi di nuovo a casa, a giocare e colorare in maniera meticolosa, facendosi indicare da Teresa quali tonalità di colori usare e leggendo e riscrivendo tutte le parole italiane delle didascalie.
A proposito, ecco un paio delle foto scattate ieri sera da lei.

martedì 21 settembre 2010

L'Entrega

Cronaca di una giornata irreale, ma concretissima, che resterà nei nostri cuori per sempre.
Bogotà ci accoglie con una pioggia scrosciante, appena pronti scendiamo in strada, dove Luis attende puntualissimo, mentre l'avvocato (una simpaticissima signora di nome Natividad del Soccorro) ritarda di qualche minuto, favorendo così le contrazioni gastriche.
Comunque, grazie ad una guida stile rally, arriviamo al centro dell'ICBF di Zipaquirà in perfetto orario.
Qui veniamo accolti con molta cortesia dalle signore del centro, che ci sottopongono ad una ulteriore intervista per la documentazione di rito.
Il tempo di espletare queste formalità ed ecco, ci riportano nella saletta dove all'improvviso entra lei, un po' smarrita, ma evidentemente preparata, tanto che ha perfino un pacchetto per noi.
Non credo sia possibile descrivere il momento del primo abbraccio, palpitazioni a 140, salivazione azzerata, cercavamo di dire qualcosa, ma siamo riusciti solo ad aumentare il nostro stato confusionale.
Poi, piano piano, ci siamo rasserenati, abbiamo cominciato a capire che si trattava della realtà e che avevamo tra le braccia la nostra bambina.
Primi tentativi di comunicazione, quasi del tutto inutili, tranne che per l'intermediazione delle operatrici dell'ICBF e del nostro avvocato. Teresa ha cominciato a tirare fuori dallo zainetto i regali che avevamo preparato e la bambina ha subito concentrato la sua attenzione su un libro illustrato con una piccola pianola, e poi ha detto che sapeva che la sua mamma suonava il piano.
Dopo qualche minuto si passa ai saluti, ci imbarchiamo di nuovo per il rally di ritorno, sotto la pioggia battente, io completamente nel pallone, Teresa abbracciata alla bimba che, come da prassi, si è addormentata nel tragitto.
E poi finalmente a casa, noi e la nostra Dayana (fra una dubbio e l'altro, siamo riusciti a capire che la chiamano così) a cercare di instaurare un legame dai primi momenti, fatti di gesti, sorrisi, ammiccamenti, parole non capite, e tante coccole.
Inizia quindi la serie delle telefonate di parenti e amici, tutti compartecipi, che ci fanno sentire meno lontani, e quindi, approssimandosi l'ora di pranzo, usciamo per andare all'Unicentro.
Durante la comida l'atmosfera ha iniziato a farsi più rilassata, sembrava stranissimo essere lì, seduti a tavola con la nostra bimba, che ci conosceva solo da tre ore.
Quindi parte la compra, e qui Dayana, che fino ad allora si era limitata ai monosillabi, ha mollato gli ormeggi ed ha iniziato a parlare, a chiedere, a partecipare agli acquisti che, ovviamente, erano quasi tutti per lei.
Al rientro al Plenitud, comincia il gioco, da stasera sfoggio un coloratissomo braccialetto di perline fatto da lei per me, poi si passa all'album da colorare e scopriamo che legge in modo pressochè fluente, se teniamo conto che non ha ancora finito la prima elementare; fra l'altro, ci è stata consegnata anche una pagella, che porta voti e valutazioni veramente ottimi.
Poi inizio a preparare la cena e questo la lascia un po' perplessa, mi dice "da mangiare lo fanno le mamme non i papà" ma le spiego che, anche per lei, è meglio così.
E' una bambina molto ordinata e metodica, mette sempre tutto a posto, va spegnendo continuamente tutte le luci di casa che noi, come sempre, lasciamo accese e dopo cena il suo primo pensiero era di sparecchiare e pulire la tavola. Si era pure offerta di lavare la biancheria, ma Teresa glielo ha impedito.
La cena si conclude con un dolce con candelina, per festeggiare il primo giorno insieme. Mentre Teresa lava i piatti lei gira per casa scattando foto anche al gabinetto e ce le fa vedere tutta contenta, poi arriva il momento della nanna, dopo una breve contrattazione, e sfilata in processione di tutte le bambole.
Che dire, è fantastica, certo sappiamo anche (e si vede) che ha un bel caratterino, ma sta veramente mettendocela tutta fin dal primo momento, pareva impossibile che ci conoscesse solo da mezza giornata.

lunedì 20 settembre 2010

Ultimo giorno in due

E così, quasi senza rendercene conto, siamo arrivati all'ultima giornata prima che la nostra vita cambi. Sveglia ancora sfalsata dal fuso orario, colazione e poi un giretto all'interno del residence dove ogni domenica si svolge un mercatino di artigianato molto interessante, ma la visita vera a propria è rimandata al pomeriggio, mentre stamattina abbiamo appuntamento con Luis, che ci porta a fare un giro per la città.
Prima tappa al museo dell'oro, dove si trova una straordinaria quantità di reperti preziosi di artigianato dalla preistoria fino all'epoca colombiana, di fattura stupefacente, sistemati in una struttura particolarmente all'avanguardia.
 
Poi è la volta di una passeggiata in centro, dove scopriamo una città dai mille volti, modernissima, ma anche antica, con grandi spazi verdi ed un'architettura molto tipica. Puntatina ad un famoso mercatino all'aperto e poi ci siamo fatti lasciare in un centro commerciale in zona, più piccolo dell'Unicentro, ma meglio organizzato e più moderno, dove abbiamo pranzato e fatto compere per poi rientrare definitivamente al residence, con doveroso giro, nonostante la pioggerella, fra le bancarelle che ci attendevano in agguato, con acquisto di ricordini e di una piccola torta ed un palloncino da far trovare domani alla niña.
Preparazione per la cena e poi a nanna, cercando di non pensare a domani mattina...

domenica 19 settembre 2010

Ambientamento

Oggi sabato, primo tentativo di assorbimento del fuso orario, bene o male siamo riusciti a dormire fino alle 6. Alle 7 colazione in camera offerta dal residence. Poi varie telefonate (meno male che c'è skype), in attesa (indovinate?) di cambiare camera!
Infatti nella prima c'era una perdita d'acqua che gocciolava sinistramente dal soffitto della cucina, sotto la quale un solerte addetto aveva posto un boccale di plastica.
La nuova camera, o meglio appartamento, è un po' più piccola e senza balcone, ma il letto pare più grande e comodo.
Descrizione sommaria del luogo: all'ingresso un disimpegno da cui si entra a sinistra in cucina e di fronte nel soggiorno, ai due lati del soggiorno due stanze da letto, entrambe con bagno (andiamo male, speriamo che la niña non si abitui al bagno privato...)
Comunque, finalmente disfattte le valige e preso possesso definitivamente del luogo, verso le 11 attraversiamo in pompa magna la strada per andare all'UNICENTRO.
Che dire, oltre che grande è veramente caotico, forse oggi è sabato e come da noi i centri commerciali straripano di gente.
Dopo uno spuntino e un paio d'ore di negozi vari, acquistata anche una indispensabile scheda sim colombiana, altro pasto al fast food e poi LA SPESA.
A questo punto abbiamo avuto bisogno del prode Luis, che ci ha aiutato a portare tutto in camera e poi mi ha accompagnato a cambiare un po' di euro.
Altro giro di telefonate (purtroppo la sig.ra Aida non sa nemmeno se potrà rientrare domani, forse andremo a prendere la bimba solo con l'avvocato) con la lieta novella che il Catania ha pareggiato a S. Siro col Milan si conclude praticamente la nostra giornata, sono appena le 17 ora locale, ma siamo sfatti.
Credo che qualche responsabilità ce l'abbia anche l'altitudine, oltre al jet lag.

sabato 18 settembre 2010

Il viaggio. 16-17 settembre

Dopo un sonno ristoratore a casa degli zii Franco e Letizia, accoglienti come sempre, si va al Consolato per l'ultima formalità in Italia, i visti sui passaporti.
Ovviamente sul posto abbiamo incontrato un'altra coppia in partenza per adozione ed abbiamo conseguenzialmente fraternizzato.
Quindi relax a casa degli zii, con ultimi ritocchi alle valige e poi tentativo di sonno, non molto riuscito.
Ore 5,20, il taxi è sotto casa, via per Fiumicino, dove (Murphy non si smentisce mai) una delle due valige che avevamo come bagaglio a mano non piacque alla signorina del check in, che ce l'ha fatta imbarcare, con la conseguenza di 15 minuti di trambusto, abiti ed oggetti vari sparpagliati per l'aeroporto, e 60 euro che piangono vendetta.
SI PARTE! Stavolta in orario, volo per Madrid, arrivato con 10 minuti di anticipo, ma data l'enormità dell'aeropuerto Barajas (addirittura da un terminal all'altro con la metro) le due ore di tempo a disposizione ci sono bastate appena per un bocadillo con jamon serrano e queso e uno con tortilla, e poi imbarco per Bogotà.
Il tanto temuto volo transoceanico non è stato poi così male; a parte gli ovvii problemi dovuti alla posizione, fra un film una dormitina e uno spuntino le 10 ore e mezza sono trascorse senza particolari traumi.
Bogotà: all'arrivo troviamo l'autista Luis, che ovviamente non parla italiano, ma si fa capire benissimo lo stesso, che finalmente ci ha comunicato la nostra destinazione, non si dorme in tenda, ma al residence Cora, che fa parte di un complesso dove si trovano tutti i servizi che possono essere utili, ristorante, bar, lavanderia, chiesetta; di fronte il più grande centro commerciale della Colombia (che fortuna!): Unicentro, si staglia col suo profilo nel panorama, con cancelli dotati di guardie con cani al guinzaglio, che controllano i documenti di chi entra ed esce (cosa a cui a quanto pare dovremo fare l'abitudine).
Preso l'appartamento, a nanna senza disfare le valige.

Inizio del viaggio

Scritto da Teresa.
15 settembre. Dopo aver tirato a lucido la casa, sistemata la cameretta della bambina, preparato il suo letto con delle coloratissime lenzuola stampate Winx,
abbiamo finalmente chiuso le valige.
Le ultime parole famose: "ci portiamo poche cose, tanto quello che ci serve lo compriamo sul posto".
Ma Giovanni non ha certo rinunciato a tutte le sue apparecchiature elettroniche, e ad una caffettiera moka, corredata da una confezione di caffè da mezzo chilo.
Io ho riempito la valigia di libri illustrati, pupazzetti vari, delle candeline coloratissime omaggio della zia Simona e una tovaglia di plastica con disegnata una colorata torta di compleanno.
L'ultimo saluto alla nostra amatissima cagnetta Betty e ai gatti e partenza per l'aeroporto Fontanarossa di Catania.
Ad attenderci per salutarci i nostri genitori, mio fratello e la sorella di Giovanni e la mia amica, nonchè sorella minore adottiva Angela con la figlia Flavia.
L'aereo, ovviamente, parte in ritardo, e quindi arriviamo in nottata a Roma.

Cambio di programma

La sera del 14, mentre eravamo a festeggiare i 18 anni dei gemelli, un dubbio si insinuò nelle nostre menti: e se l'aereo dovesse ritardare, come faremo ad arrivare al Consolato in tempo per i visti?
Angoscia e costernazione.
C'è una sola soluzione: anticipare la partenza alla sera prima.
Frenetico collegamento ad internet, ricerca del volo, biglietto e check in via web, mentre tutti festeggiavano.
Risolto il problema, auguri e brindisi.
Ovviamente conseguenzale è stata la nottata di preparazione delle valigie.

venerdì 10 settembre 2010

Saluti a La Dimora

Ieri, ultimi dettagli per il viaggio, siamo stati a Ragusa, presso la sede de "La Dimora", per chiarire qualche dubbio dell'ultimo momento (ancora non sappiamo dove alloggeremo, ma confidiamo nelle capacità della dott.ssa Aida, la referente dell'associazione a Bogotà.
Poi visitina per un saluto alla sig.ra Beatrice ed a suo marito, che ormai sentiamo quasi come dei parenti, ed infine pranzo in relax a Modica, da Dario e Melina, che con la loro splendida Costanza ci seguiranno sicuramente col pensiero.

La bambina con le ali

Già, spieghiamo intanto il titolo di questo blog. Niente a che fare con il libro di Caterina Almanza recentemente uscito nelle librerie.
Come noto, Teresa insegna, ed in particolare insegna musica, ed ancora più in particolare la insegna ai bambini.
Bene, in breve, un paio d'anni fa il coro diretto da Teresa partecipò (e vinse) ad un concorso indetto dall'associazione AIBI (Amici dei Bambini, una delle associazioni che si occupano di adozioni internazionali), presentando una canzone (da cui è stato tratto un video) che prende spunto da una favola, da titolo appunto "La bambina con le ali", tratto da un libro di racconti edito dall'AIBI che si chiama "L'orsacchiotto non più solo", che raccoglie fiabe da raccontare ai bambini per aiutarli a capire l'adozione. (link al video, sono 56Mb).
ed ecco il testo ed il disegno fatto dai bambini per la copertina del cd: