mercoledì 10 novembre 2010

Sosta romana

Domenica, come previsto, mattinata di rifinitura dei bagagli, visita di Aida, che ha portato un bellissimo orsacchiottone a Dayana in regalo, poi, subito dopo pranzo, puntuale arriva a prenderci Olga per portarci all'aeroporto, dove ci ha aiutato a fare velocemente check in ed incombenze burocratiche, per poi salutarci ai varchi d'ingresso.
Che dire del volo? Dayana ha immediatamente preso possesso dell'aereo, da brava terrorista, mentre noi cercavamo per quanto possibile di limitare il suo raggio d'azione. Ha tentato più volte di smontare la porta del wc, ha pestato i piedi di  un numero indefinito di passeggeri che cercavano di dormire, per poi passare sotto i sedili e le gambe dei malcapitati. Si è rifiutata di dormire, almeno finchè non si è sorbita due film consecutivi, per poi crollare solo dopo metà tragitto. Quindi tutto a posto.
Siamo arrivati a Madrid con un atterraggio abbastanza turbolento ed abbiamo trascorso le tre ore che ci separavano dal volo verso Roma cercando il gate, che scompariva misteriosamente per poi apparire altrove.
Finalmente, appena saliti in aereo, sia Dayana che Teresa sono immediatamente crollate dal sonno.
Giunti a Roma, troviamo quasi subito il nostro tassista che ci ha portato a casa degli zii Franco e Letizia. Dopo poco, comincia la festa: arrivano, in ordine sparso, le intere famiglie dei cugini Roberto e Claudia, per conoscere Dayana, portando una bella torta di compleanno per Teresa, che li compie fra qualche ora.

Grande entusiasmo ed euforia, e grandissima esibizione di Dayana, che poi si stava imbucando in ascensore per andare via con i figli di Roberto.
Stamattina sveglia in orario domenicale, per riprendersi un po' dal jet lag, e dopo pranzo andiamo in taxi a trovare suor Teresa, con cui Dayana, dopo un primo attimo di diffidenza, si è immediatamente messa a proprio agio, con grandi abbracci, giochi e scherzi al suo solito. Con la zia siamo usciti per andare in metro a San Pietro, dove la bambina ha ascoltato attenta tutte le spiegazioni, e poi nel negozio di souvenir ha chiesto in regalo un piccolo crocefisso.
Congedatici dalla zia, abbiamo fatto una sorpresa a Giorgio e Donatella, che ci hanno accolto con il consueto affetto, mentre Dayana si è subito messa in confidenza, specie con Donatella, con baci e coccole come se l'avesse conosciuta da sempre.
Al ritorno, Giorgio ci ha voluto accompagnare in macchina, così abbiamo avuto modo di poter chiacchierare ancora un po' con lui.

domenica 7 novembre 2010

Si parte

Giornata fervida di preparativi. Stamattina ultima lezione di danza ed ultima lezione di nuoto al centro italiano, dove ci hanno raggiunto, prendendo idealmente il testimone, Giovanni e Angela col piccolo Max, coi quali eravamo d'accordo di vederci per il commiato; che poi sarà un arrivederci, dato che sono modicani.
Dopo pranzo rientriamo subito per riprendere la preparazione dei bagagli.
Abbiamo ricevuto anche le visite dell'avvocato, che ha portato un pensierino per Dayana (si vabbè, anche la fattura) e dell'ottimo Luis, che ci ha prestato una bilancia per pesare le valige, ma che non potrà accompagnarci domani all'aeroporto, avendo altri impegni.
Domani mattina ultime rifiniture al bagaglio e poi andremo all'aeroporto verso le due, per cui fino a lunedì sera, quando saremo a Roma, non scriveremo altro.



Nel salutare questo paese, con tutte le sue contraddizioni, abbiamo riflettuto con Teresa su alcune delle cose che ci mancheranno della Colombia.
A parte tutte le cose che mancheranno a Dayana, soprattutto da mangiare, come il tamal, l'ajiaco, l'arepa, il platano fritto, i patacones, e i succhi di frutta di una varietà impensabile da noi, ci sono tantissime cose di cui ci accorgiamo che sentiremo la mancanza.
Per restare nel culinario, sicuramente la qualità della carne colombiana è eccezionale, che sia bovina o suina, o l'onnipresente pollo, il gusto e la tenerezza sono ineguagliabili, qui è pieno di piccoli localini lungo le strade che arrostiscono carne tutto il giorno e che ti propongono assaggi sulla strada per invogliarti.
Ci mancherà l'allegria dei colombiani (anche se un pezzettino viene con noi), sempre pronti a far festa, sempre gentili e disponibili.
Ci mancheranno i mille posti attrezzati per i bambini, dai parchi giochi disseminati ovunque, ai parchi di divertimenti, più o meno grandi, più o meno educativi, fino ai bagni su misura e pulitissimi in tutti i centri commerciali.
Sentiremo molto anche la mancanza di Luis, la sua cortesia e disponibilità, la sua discrezione e l'affetto sincero che dimostra verso i bambini.
I ragazzini che vanno a scuola tutti in divisa, diversa per ogni istituto, pantaloni e maglione per i maschi e gonna scozzese e calzettoni lunghi e rigorosamente bianchi per le femmine.
Gli sguardi dei bambini colombiani, con quegli occhioni neri che ti guardano dentro sono un'altra delle cose che ci portiamo appresso, come la luce che splende negli occhi delle mamme adottive.
Ed infine il tempo che abbiamo avuto a disposizione per goderci la nostra bambina, che al ritorno a casa sarà difficile da ricavare, almeno come quantità.

sabato 6 novembre 2010

Saluti, saluti, saluti

Stamattina giretto in centro con Luis, in cerca di libri di musica colombiana, per portare con noi qualcosa che a Dayana possa rimanere per ricordo della sua terra.
Poi a pranzo al centro italiano, con successiva lezione di nuoto e saluti con Tonia e Claudio, Rosy e Roberto ed i loro bambini, che ci hanno fatto sentire meno lontani in questi ultimi giorni.
Ci rivedremo sicuramente in patria.

venerdì 5 novembre 2010

Col senno di poi

 La mattina comincia con l'attesa della telefonata di Olga per andare a fare il visto. Intanto la burrasca si scatena, breve ma violenta. Teresa aveva appena cominciato a far scrivere la bambina, la quale non aveva molta voglia, e faceva finta di non sapere scrivere correttamente nemmeno il suo nome. Dopo un paio di correzioni ripetute, un urlo e Dayana viene mandata nella sua stanza per punizione.
Solo al mio ritorno scoprirò che, dopo circa un'ora, era uscita dalla stanza, aveva preso i quaderni e fatto tutto da sola, senza sbagliare niente. Al momento di leggere aveva portato il libro a Teresa, che intanto faceva finta di vedersi un film.
Intanto io, dopo aver ricevuto la telefonata agognata, ero uscito in taxi per raggiungere Olga e Gianni (che parte domani) all'ambasciata italiana, dove nel giro di un'oretta o poco più, a mezzogiorno avevo il visto per la bambina; se avessimo rischiato di fare i biglietti per oggi, saremmo già sull'aereo; per lo meno ci siamo risparmiati lo stress relativo.
Decidiamo quindi di uscire per il pranzo e ci rechiamo al Santa Fè, avendo in programma un appuntamento al Divercity con i connazionali. Appena giunti, però, la signorina all'ingresso ci sconsiglia l'entrata perchè stanno per arrivare circa 700 bambini di una scolaresca.
Cambio di programma: pranziamo, facciamo un giretto e poi ci spostiamo all'Unicentro, dove Dayana aveva chiesto di andare per giocare a bowling.
Anche qui, altro giro per negozi e negozietti, per poi incontrarci con i sardi, Gianni e Francesca, che con i loro piccoli sono in partenza domani; insieme siamo stati a cena in un localino tipico, condito di spettacolino di musica popolare e spettacolone di bimbi, che si sono fatti accendere il jukebox dal titolare, scatenandosi in danze improvvisate, mangiando pochissimo, ma divertendosi un sacco.

giovedì 4 novembre 2010

Ancora 4 giorni

Allora, stamattina abbiamo fatto il punto della situazione: le probabilità di avere il visto per domani ci sono, ma l'orario non si può stabilire; io e Teresa abbiamo i biglietti già staccati per domenica; per partire domani dovremmo praticamente andare all'ambasciata con le valige pronte, ma senza certezza di poter partire.
A questo punto chiamo l'agenzia per vedere se ci sono posti per venerdì: buca.
Tanto vale metterci il cuore in pace e quindi decidiamo di partire domenica, per Roma via Madrid, e poi mercoledì mattina, con calma, rientreremo a Catania. La buona notizia è che quanto meno il biglietto di Dayana è costato la metà del previsto.


A voler guardare l'aspetto positivo della cosa, avremo più tempo per salutare gli amici, per fare i bagagli, per ultimare gli acquisti di souvenir.
Torniamo alla cronaca, dopo i compiti, siamo andati a pranzo al centro italiano, dove alle 14 i bambini hanno seguito la lezione di nuoto.
Rientro a casa e relax, con un po' di telefonate per organizzare la giornata di domani.

mercoledì 3 novembre 2010

Riprendiamo le trasmissioni...

... dopo essere stati da più parti rimproverati per il giorno di silenzio, ma il terzo giorno di vacanza forzata non ci ha stimolato molto.

Unica nota di rilievo, che siamo andati con le tre coppie italiane che abbiamo frequentato in questi giorni al parco Mundo Aventura, dove Dayana, alla sua terza visita, ha ovviamente guidato la ciurma di bimbi attraverso le varie attrazioni.
Oggi mattinata casalinga, dato che il centro italiano è chiuso, con la buona notizia che finalmente i documenti sono partiti per l'Italia, e la cattiva che quasi sicuramente dovremo aspettare giovedì pomeriggio (quando invece speravamo di partire) per il visto, a causa di una serie di concomitanze fra orari di ufficio e differenza di fuso.
A questo punto, qualche giorno in più o in meno non cambia molto, ma il pensiero ormai è rivolto verso casa, tanto che abbiamo comunque (anche per scaramanzia) cominciato a fare qualche valigia.

lunedì 1 novembre 2010

Shopping

Appuntamento stamattina con le altre coppie di italiani al Plenitud, per il mercatino e la S.Messa.
Appena arrivati, Halloween impazza, per i bambini c'era una festa scatenata con animatori mascherati, balli canti ricchi premi e cotiglioni.
Poi si sono imbucati a prendersi i dolcetti e la merenda riservati ai figli dei dipendenti.
Durante la Messa, si scatena l'acquazzone, che impone un cambio di programma; dopo esserci rifugiati sotto i portici, appena spiovuto, mentre gli altri decidono di andare al centro italiano, noi manteniamo il programma originario, che prevede un'ulteriore visita al quartiere di Usaquen.
Mentre ci accingevamo a procurarci un carro per il trasporto, Dayana scappa dicendo "se mi cercate sono qui dentro".
Sentiamo della musica e scopriamo che c'era un concerto di un'orchestra di fiati, fatta di ragazzi, che la bambina ha seguito con grande interesse (ed anche noi).
 
Ovviamente la cosa ci ha particolarmente colpito, perchè evidenzia ancora una volta il piacere di Dayana per la musica, tanto che voleva andare da un orchestrale a chiedere in prestito un clarinetto.
Arrivati ad Usaquen, una piacevole passeggiata per i vicoli pieni di gente in maschera di ogni età, musica per le strade, bancarelle che vendono di tutto; il quartiere adatto per Teresa, tanto che si è informata sui prezzi delle case.
Dopo un pranzo un un locale tipico, la pioggia ci ha consigliato di rifugiarci presso il centro commerciale vicino, anche qui pieno di bambini in maschera che giravano per i negozi in cerca di dolci.
Rientrati a casa, la pellicola "Come d'incanto" ha incantato Dayana, che ha avuto perfino il permesso di rivederla dopo cena e di ballare sul divano tutte le canzoni con Teresa.

domenica 31 ottobre 2010

Riposo forzato

Il primo di tre lunghissimi giorni di attesa, dato che oggi, domenica e lunedì non funziona nessun ufficio, nè qui nè in Italia.
Appena alzati, una volta ottenute le scuse da parte di Dayana per il comportamento di ieri sera, con la conseguente indulgenza plenaria, ci siamo diretti al centro italiano, dove siamo arrivati appena in tempo per la lezione di danza.

Finita questa, arrivano le altre coppie di italiani adottanti con cui frequentiamo il club in questi giorni, tutti pronti per la festa; tutti i bimbi in maschera per la festa di Halloween, che inizia alle 11 e dura fino al pomeriggio, comprensiva di pranzo e merenda.
Ci siamo praticamente dimenticati dei figli, restando per ore seduti a parlare delle rispettive esperienze e di molto altro, mentre ogni tanto qualcuno di noi si allontanava per andare a vedere come andava la festa.
Verso le 17 rientro a casa, ma con appuntamento per la cena, che tutti gli altri, appartenenti all'associazione NAAA, avevano fissato con la loro referente in un ristorante italiano.
Giusto il tempo di rilassarsi un po', e già siamo pronti per uscire di nuovo, per recarci all'appuntamento.
Il locale è piccolo ma accogliente, purtroppo poco adatto ad accogliere masnade di piccole pesti come stasera. Soprattutto, la comida italiana si rivela un mezzo fiasco: quasi tutti i bambini storcono il naso davanti ad un ottimo antipasto, e molti di loro hanno mangiato poco anche del resto; mentre invece i genitori siamo usciti soddisfatti di aver provato sapori che ci mancavano da un bel po'.
La solita nota stonata del comportamento di Dayana, che mi ha costretto a rimproverarla aspramente all'inizio della cena, dopo di che ha mutato atteggiamento, comportandosi quasi bene.
Salutati gli amici, al rientro a casa ho fatto un predicozzo paterno alla bambina, in modo deciso ma non arrabbiato, che spero possa dare frutti, almeno a medio termine.
Domani è un altro giorno.

sabato 30 ottobre 2010

Ancora un passo avanti

Sveglia presto e tutti pronti, alle 8 arriva Olga, la spurugghiafacenni della Dimora, che ci porta a fare il passaporto della bambina, preoccupata perchè oggi è fine settimana e fine mese e lunedì sarà festivo, quindi prevede grande fila allo sportello passaporti.
Invece, miracolo, è riuscita a farci saltare tutte le file e alle 9.35 siamo usciti dall'ufficio con il passaporto fiammante in mano.
A questo punto rientriamo a casa per fare i compiti, per poi recarci più tardino al centro italiano.
Mentre eravamo per strada, richiama Olga, dicendo di tenermi pronto che alle 13 mi verrà a prendere Luis per andare al Bienestar a prendere il documento della "conformità", fantastico!
Pasto frugale a base di hamburgers e, all'arrivo di Luis, lascio Teresa e Dayana che si preparano per la piscina e vado con lui all'appuntamento, dove ancora una volta Olga-lampo riesce in 20 minuti ad ottenere il documento. A questo punto il problema sono i tre giorni festivi, dato che ci manca ancora il certificato del registro civile e poi si può spedire tutto in Italia per la richiesta di visto.
Ci salutiamo con la promessa da parte di Olga che farà di tutto per completare martedì i documenti e sia lei che Luis si dicono certi che entro mercoledì, salvo imprevisti, si possa avere il visto. Incrociamo le dita.
Rientro al centro italiano, dove trovo le donne a mollo con la squadriglia degli altri italiani conosciuti in questi giorni. Dopo poco comincia la lezione di nuoto.
Dayana è sorprendente, in due lezioni già nuota sola, riuscendo a prendere più aria che acqua, e ha deciso che i braccioli sono roba per pappemolli.
Al rientro ancora un po' di compiti, in attesa di Luis, che abbiamo invitato a cena con famiglia, un po' per ringraziarlo di quanto fa per noi, un po' per passare una serata diversa.
Siamo andati in un ristorante tipico molto bello (stavolta però la musica non era granchè), dove abbiamo goduto ancora una volta dell'ottima carne colombiana.
Durante il rientro, però, Dayana si è comportata in modo abbastanza maleducato, per cui le abbiamo promesso punizione per domani...riuscirà ad ottenere l'amnistia?

venerdì 29 ottobre 2010

Cominciano le carte

Stamattina, mentre ancora stavamo vestendoci e Dayana aveva appena aperto i quaderni, chiama l'avvocato: ci sta venendo a prendere per andare all'ufficio dell'anagrafe, dove fare il nuovo certificato di nascita, l'iscrizione al registro di stato civile e la carta d'identità.
Occorre recarsi nello stesso ufficio circoscrizionale dove venne a suo tempo registrata la bambina, che si trova in un quartiere all'estremo sud della città, dove i turisti di solito non arrivano.
Abbiamo avuto così occasione di sbirciare la Bogotà nascosta, quella dei quartieri ghetto, delle capanne di cartone pressato, delle strade sterrate o distrutte, abbiamo intravisto un tizio fermato e perquisito per strada dalla polizia coi fucili a pompa spianati che pareva realtv.
Dopo un'ora e mezzo di taxi, siamo arrivati in questo ufficio di frontiera dove, fra un'adempimento e l'altro, abbiamo fatto pomeriggio, riuscendo però ad ottenere tutto quello che ci serviva.
Il frangente ha rivelato l'altissima utilità del lettore mp3, che Dayana ha tenuto acceso per tutto il tempo, diminuendo di molto la noia e la stanchezza.
Rientrando, l'avvocato si è fatta lasciare alla sede del Bienestar, per presentare i documenti da legalizzare e la richiesta della "conformità", che dovrà essere trasmessa in Italia per la richiesta di visto.
Siamo rientrati a casa alle 16,30 distrutti ed affamati ed abbiamo quindi fatto una bella merenda-pranzo a base di ottimo pollo arrosto.

giovedì 28 ottobre 2010

SIgnore e signori, la sentenza!

Alfine venne il dì sperato.
Stamattina è arrivata la telefonata che aspettavamo da un mese, la sentenza è stata firmata. Frenesia ed euforia sono subentrate a pessimismo e rassegnazione che avevano strisciato dentro di noi subdolamente.
Anche i ragazzi di Sassari hanno avuto stamattina il lieto evento.

Alle due, dopo un frugale pasto, agghindata la bimba a festa, siamo partiti per Zipaquirà con Luis e l'avvocato. Appena giunti al tribunale, abbiamo avuto il fascicolo ed abbiamo letto il provvedimento per verificare che non ci fossero errori; non ce ne sono. Dayana è legalmente nostra figlia!
Rilasciate le dovute sette copie, ci siamo rimessi in cammino per rientrare, sotto il temporale, fra l'altro deludendo un po' la bambina, che sperava passassimo dal Bienestar dove avrebbe voluto salutare le operatrici; purtroppo non l'avevamo preventivato, ma il pensiero ha messo ancora una volta in luce la grande sensibilità di Dayana.
Ci siamo fatti sbarcare all'Unicentro, perchè urgono le fototessera che serviranno domani per il rilascio della carta d'identità, e successivamente per passaporto e visto.
Mentre aspettavamo nel negozio, ho regalato a Dayana un lettore mp3 con radio, in vista del lungo viaggio, che la bambina ha accolto con grandissimo entusiasmo, dato che da quando siamo nella nuova casa, dotata di impianto stereo, non fa altro che ascoltare cd e radio.
Una volta rientrati (dopo una fila di un'ora e mezza per un taxi!) e dopo aver cenato, se lo è portato prima a letto; dopo aver deciso di addormentarsi, si è andata a cercare il caricabatterie per evitare di restare a secco domani.
Che dire? Comincia l'atterraggio.

mercoledì 27 ottobre 2010

Lezione di nuoto

Oggi, dopo esserci alzati tardi ed una mattinata un po' rilassata, siamo andati al centro italiano, che dalla nuova casa si raggiunge facilmente a piedi, dove abbiamo incontrato, oltre alla coppia di comaschi che già conoscevamo, altre due coppie di italiani adottanti, una con tre bambini (due femmine di 11 e 8 anni e un maschietto di 5) ed un'altra con una bimba di 8 anni.
Mai come oggi si poteva verificare che l'unione fa la forza: già durante il pranzo i bambini si sono scatenati nella stanza dei giochi attigua, esaltandosi in vista del pomeriggio.
Dopo pranzo, infatti, ci siamo andati tutti a tuffare in piscina, ma mentre i genitori davano forfait, i bimbi proseguivano con un'ulteriore ora di lezione di nuoto, dove Dayana ha mostrato tutta la sua intraprendenza.
Noi genitori ci siamo messi d'accordo con il maestro di nuoto per continuare le lezioni, dato che l'esperimento è risultato positivo.
Arrivati a casa, dopo cena ed uno show di danza sul divano, mentre Teresa la insaponava per la doccia serale, si è accorta che la bambina presentava parecchi graffi sulle braccia, dovute al bordo della piscina. Ma cosa più grave è stata che Dayana, forse innervosita dal fatto che era stata distolta dal gioco per andare a letto, o forse il sapone bruciava sui graffi, ha incominciato a piangere disperatamente ed a non muovere più le braccia.
Preoccupati, non sapendo che fare (ma col sospetto che si trattasse di una recita a soggetto), abbiamo chiamato Luis che, in pigiama, è accorso per portarci all'ospedale.
La bambina ha continuato a non muovere le braccia, anche se sembrava più tranquilla, fino a quando la pediatra è riuscita a visitarla ed a escludere qualsiasi problema, confermando la diagnosi di commedia dell'arte.
Ora dorme tranquilla, nel suo letto, ma per un paio di giorni dovremo prendere parte alla recita anche noi.

martedì 26 ottobre 2010

La storia infinita

Ancora niente, oggi l'avvocato mi ha pure fatto perdere la pazienza, non esiste nessuna possibilità di sapere quando arriverà sta benedetta sentenza, tanto che quando ho chiamato Aida per lamentarmi, ha cercato di calmarmi dicendo che da oggi stesso avrebbe cercato di pressare per avere notizie.
Intanto i biglietti sono andati al 7 novembre, sperando di non doverli ancora spostare, secondo Aida avremmo dovuto farli almeno per il 9; vedremo.
Di conseguenza, giornata di nervosismo sia da parte mia che di Teresa, e Dayana ha avvertito che qualcosa nell'aria non andava, infatti è stata un po' d'umore variabile anche lei.
Speriamo domani vada meglio.

lunedì 25 ottobre 2010

El Dorado

Giornata piena oggi, a partire dal risveglio con la frenesia di finire le valige; ci siamo accorti che forse ne dovremo comprare un'altra per partire.
Quando gli abbiamo chiamato, Luis era già pronto nel garage del Plenitud e, caricata la macchina, via verso la nuova casa, finalmente!
Scarichiamo velocemente le valige, mettiamo quattro cose in frigo e di nuovo si parte, per andare a vedere il famoso lago di Guatavita, quello da cui nasce la leggenda dell'El Dorado, con il circostante parco naturale, insieme agli amici sardi.
La strada è lunga, ma essere tutti insieme con un pulmino aiuta a passare il tempo, soprattutto ai bimbi, che ovviamente scelgono Luis come bersaglio dei loro giochi.


Arrivati alla meta, ci attende una scarpinata di oltre un'ora tra i boschetti circostanti il lago, che si trova in una conca ad oltre 3000 metri di altitudine, una guida ci conduce attraverso stretti sentieri che si inerpicano fra i monti (che faticata!) ed alla fine ci appare il lago, bellissimo, ai nostri piedi, con tutto il suo fascino leggendario.
Finalmente scendiamo e ci dirigiamo verso il paesino di Guatavita, dove facciamo sosta per la comida in un ristorante locale ed un giretto per i negozi di artigianato locale, che riempiono le stradine.
Di nuovo in marcia, per rientrare a Bogotà, dove arriviamo a buio fatto, il tempo dei saluti e rientriamo nella nuova casa, che ci accoglie con una bella sorpresa: il padrone di casa ci ha portato la chiavetta per internet, ed eccoci qui.
Dayana ha già sistemato tutte le cose nella sua stanza, e si è appropriata di quella rimasta vuota, piazzando la sua tenda; Teresa ha inaugurato la nuova lavatrice ed io ho finalmente un angolino dove traccheggiare con i computer.

domenica 24 ottobre 2010

Si trasloca

Stamattina, come previsto, siamo andati presto a vedere con Luis l'appartamento da affittare.
Non è lontano da qui, vicinissimo al centro italiano, si trova in un complesso di palazzine molto grande, ovviamente recintatissimo e con sorveglianza 24h. L'esterno si presenta abbastanza curato, ci sono anche alcuni negozi dentro il complesso e molti spazi verdi con le immancabili giostrine.
Il proprietario gentilissimo è un ingegnere che ci abitava fino a poco tempo fa.
L'appartamento mostra segni di recente ristrutturazione, tutto è nuovo, addiritura ci sono alcune latte di pittura murale ancora aperte.
Sono 4 vani con cucina e doppi servizi, addirittura più di quello che ci serve, il prezzo è conveniente, affare fatto: domani mattina si trasloca!
Unico problema: un paio di giorni di blackout perchè dovremo attendere che ci allaccino l'adsl.
Rientrati alla base, ci prepariamo per andare al centro italiano alla lezione di danza, poi pranzo e di nuovo a casa, dove abbiamo passato il pomeriggio fra un po' di shopping e molte valige.
Come ogni sabato sera, qui non si dorme fino a mezzanotte, dato che nel residence ci sono sempre feste danzanti, con musica dal vivo che pare di averli dentro il letto.

sabato 23 ottobre 2010

Nada de nada

E anche oggi siamo rimasti in attesa della sentenza, ma l'avvocato dice che per lunedì dovrebbero esserci buone notizie. Quindi abbiamo dovuto chiamare in agenzia e, fatti due conti, mi sa che se tutto va bene potremo partire il 4 novembre.
Ha telefonato Aida, che dice di averci trovato un appartamento più comodo, lo andremo a vedere domani mattina presto con Luis e se va bene, come speriamo, contiamo di traslocare addirittura in giornata; per cui il programma di domani rimane un po' nebuloso, speriamo solo di avere il tempo per la lezione di danza al centro italiano.
Oggi siamo stati in un grande negozio di souvenir, tappa obbligata, pare, di tutti i turisti che passano da Bogotà, dove in effetti abbiamo trovato un po' di tutto (e speso dei bei soldini).
Al ritorno, essendo arrivata intanto la chiamata di Aida, Teresa e Dayana si sono impegnate a cominciare nel riempimento di un paio di valige, quella con i souvenir e quella della bambina con tutti i suoi giocattoli, libri, quaderni e orpelli vari.
Restano solo i vestiti e quattro cose di cucina, ma la parte complicata dovrebbe essere a posto.

venerdì 22 ottobre 2010

riassunto

Ieri non abbiamo scritto, dato che sostanzialmente sono due giorni che non succede nulla di rilevante.
In effetti, l'unico avvenimento rilevante a questo punto potrebbe essere la sentenza che ci permetta di programmare il rientro in Italia.
Ieri al centro italiano, dove abbiamo trovato la piscina in manutenzione fino a sabato, abbiamo conosciuto una coppia di comaschi con due bimbi, un maschietto di sei anni ed una femminuccia di otto, la quale appena ha visto Dayana ha detto a suo padre di conoscerla.
Approfondite le indagini, abbiamo scoperto che andavano nella stessa scuola, entrambe in prima elementare, ma in classi diverse.
Chiaramente i bambini hanno immediatamente fraternizzato e fra un giochino e l'altro si è fatto quasi buio.
Stamattina invece avevamo appuntamento con  Giovanni e Angela, i ragazzi di Modica, e col piccolo Max, per un altro giro al Mundo Aventura.
Però Giove Pluvio ci ha messo lo zampino, anzi lo zampone direi, perchè appena entrati e fatti un paio di giri in due o tre giostrine, si aprono le cateratte del  cielo, tuoni, fulmini e acqua che pareva cadere a secchiate, ci hanno visto ripararci prima sotto una tettoia di fortuna, poi sotto una più grande, fino a che, passata la tempesta, siamo scappati a casa, mezzi assiderati e completamente bagnati.
Una doccia e qualcosa di caldo ci hanno, spero, preservato dalle possibili conseguenze, ma intanto un altro giorno è passato, l'avvocata dice che forse domani, o lunedì...

mercoledì 20 ottobre 2010

...l'attesa continua

Ancora nessuna notizia della sentenza, ma secondo l'avvocato potrebbe volerci anche tutta la settimana, per cui ci mettiamo il cuore in pace e ci scordiamo di partire il 25 ottobre, come speravamo; a questo punto, se tutto va bene al massimo possiamo sperare di essere a casa entro il 31, ma dipende da un bel po' di concomitanze.
Nel frattempo, cerchiamo di trascorrere questi giorni in modo più "normale" possibile.
Oggi, dopo i compiti, anche per cominciare scaramanticamente a pensare alla partenza, oltre che telefonare all'agenzia di viaggi, siamo usciti con l'intento di comprare una valigia per Dayana.
Gliel'avevamo promessa dal primo giorno e lei ogni volta che ne vedeva una in vetrina, ci chiedeva di comprarla.
Fatto l'acquisto, è tornata a casa tutta contenta trascinandosi il suo trolley per le strade di Bogotà e nessuno glielo poteva toccare.
Nel pomeriggio, girovagando senza meta per l'Unicentro, ci siamo imbattuti nell'insegna del bowling e senza pensarci due volte siamo entrati per chiedere se la bambina poteva giocare; alla risposta affermativa, calzate le scarpe, ci siamo messi a giocare ed abbiamo così trascorso un po' di tempo.
Dayana era eccitatissima con quella palla più grossa di lei che faceva rimbalzare anzichè rotolare sulla pista.
Per fortuna gli addetti hanno disposto due sponde ai lati della pista, così anche noi grandi ci siamo risparmiati le numerose canalette che altrimenti sarebbero state inevitabili.
La serata si è conclusa a casa con una gara di baci tra Dayana e Teresa, a chi si stancava prima.


martedì 19 ottobre 2010

Comida colombiana

Stamattina, non si sa come, Teresa è riuscita a far studiar Dayana senza (o con pochissimi) strepiti e proteste, anzi addirittura si è presa da sola il quaderno ed ha cominciato a scrivere.
A metà mattinata arriva Luis a prelevarci, con la bambina anche oggi in tenuta campesina, per andare in una specie di agriturismo locale, dove pranzeremo.
Appuntamento sotto casa di Giovanni e Angela, modicani che conosciamo per l'occasione, che sono a Bogotà da una settimana con il loro piccolo Max (tre anni); ci raggiungono qui Aida con Gianni e Francesca e relativi bimbi.
Si parte per arrivare poco fuori città in un posto chiamato Hacienda Santa Marguerita, dove l'accoglienza è estremamente attrattiva, specie per i bambini; infatti si tratta di un luogo specializzato nell'allevamento di bellissimi cavalli, purosangue olandesi, ed anche pony.
Peccato che la giornata ci abbia riservato una pioggia scrosciante e continua che non vedevamo da un po' di giorni, per cui ci siamo accomodati nell'ampio ristorante, dove ci sono stati serviti dei piatti tipici, molti dei quali ormai sperimentati, in un ambiente molto rustico e con uno spazio vuoto centrale che inizialmente non avevamo capito a cosa servisse.


Nel bel mezzo del pranzo, in questa specie di recinto interno, cominciano a susseguirsi varie esibizioni equestri, con esemplari veramente da esposizione, che hannno strappato applausi a più riprese ed ovviamente grande frenesia in Dayana, che correva allo steccato ad ogni cavallo che si presentava, col telefonino di Teresa, per cercare di fare delle foto.
Quando poi sono entrati i pony, non l'abbiamo più potuta trattenere, ha voluto correre ad accarezzarli ed a montarli uno ad uno, finchè non sono usciti dalla pista.

Dopo l'esibizione dei cavalli, hanno cominciato a suonare e cantare musica colombiana, scatenando le danze dei bambini, con Aida e Francesca a ruota.
Come se non bastasse, c'era anche un animatore che girava tra i tavoli dipingendo i volti di tutti i bambini, con grande bravura, mentre un altro faceva figure con i palloncini colorati.
Insomma, nonostante il maltempo che non ci ha permesso di goderci la fattoria nel suo complesso, non ci siamo affatto annoiati e l'ora di andare è arrivata all'improvviso.

lunedì 18 ottobre 2010

La niña campesina

La mattinata è iniziata col solito braccio di ferro tra madre e figlia sui compiti da fare. Dopo un po' di scaramucce, siamo scesi nel cortile del Plenitud per partecipare alla S.Messa.
La bambina ascoltava con attenzione, anche se l'abbiamo vista perplessa durante alcune parti della liturgia, come il segno della pace e la Comunione.Dopo, girettto per le bancarelle di artigianato che montano ogni domenica mattina, con acquisto di vari souvenir e di un vestito tipico colombiano per Dayana, che dopo averlo provato se lo è voluto tenere tutto il giorno, con tanto di accessori inclusi, come treccine, cappello e muñeca.

Siamo quindi usciti per un giretto ai mercatini di Usaquen ed un pranzo in un locale del posto. Il quartiere è particolarmente bello, specie la domenica, quando si riempie di mercatini artigianali e di gente che vende cuccioli per la strada, con colori, odori e suoni che ci fanno veramente sentire stranieri.
Rientro nel pomeriggio e dopo un poco di lettura (la maestra non si arrenderà mai) l'agognato Disney Channel.

domenica 17 ottobre 2010

Calma piatta

Giornata di bonaccia, nessun particolare evento ha movimentato le nostre vite bogotane, l'unico imprevisto è stato che il maestro di ballo stamattina non si è presentato per la lezione, che le bambine hanno prontamente commutato in una lunga sessione di parco giochi.
Una nuotata in piscina, un pranzo leggero e di nuovo a casa, a fare un po' di compiti, dopo due giorni di vacanza.
Tra televisione, realizzazione di una collanina e uscita per la spesa, con acquisto finalmente di una tuta per Dayana che cercavamo da un mese, il pomeriggio è passato e si è fatta ora di cena e nanna.

sabato 16 ottobre 2010

Onomastico della mamma

Stamattina grande fermento in casa. Da tre giorni Dayana mi fa l'occhiolino e mi chiama in disparte per un nostro grande segreto: dobbiamo fare una sorpresa alla mamma, le abbiamo detto che non le festeggeremo l'onomastico e non avrà regali, perchè siamo senza soldi.
Invece, segretissimamente, dopo colazione siamo scesi insieme ed abbiamo preso un paio di orecchini d'artigianato locale e una rosa che la bimba ha portato di nascosto in camera sua, per poi sbucare d'improvviso con gli auguri e la sorpresa.
Ovviamente, per tutta la giornata a tutti quelli che incontrava doveva raccontare che aveva comprato una rosa alla mamma per il suo onomastico.
Dopo un giretto di shopping ed un pranzo rapido, siamo andati per la terza volta al Divercity, dato che lo promettevamo a Dayana da una settimana. Dopo due ore di fila all'entrata, le scene sono state quelle a cui eravamo già abituati: Dayana che correva dappertutto, Teresa che la inseguiva furente, ed io che cercavo di calmarla.
Comunque sia, finì.
Alle porte del Santafè ci attendeva il fido scudiero Luis, assoldato per una cena di festeggiamento in un locale tipico.
In effetti, la tipicità c'era tutta, lume di candela tipo cecati, musica sudamericana dal vivo ad alto volume e "fuori programma" Dayana scatenata che suonava tavolo, sedie, bicchieri, telefonino di Teresa e quant'altro le capitava a tiro, scatenandosi in danze senza sosta ed invitando tutti i vicini di tavolo (compreso un sosia di Mons. Milingo) a ballare. Noi eravamo confusi fra il divertito ed il vergognato, ogni tanto cercavamo di frenarla, ma con scarsi risultati.
La cena è stata ottima ed al rientro, ancora Dayana avrebbe voluto ballare e cantare, ma fortunatamente il sonno dei giusti l'ha sopraffatta.


venerdì 15 ottobre 2010

Allo zoo

Oggi una bellissima giornata, in compagnia di Gianni e Francesca e di Luis, con relativa prole.
Tutti insieme in un pulmino procurato da Luis per l'occasione, ci siamo diretti verso l'affascinante parco Jaime Duque, un posto che si divide fra attrazioni di vario tipo (oggi molte chiuse dato che funzionano solo i fine settimana) ed un bellissimo zoo.
Appena entrati, passeggiata in pedalò sul laghetto (che faticata!) fra il Taj Mahal, un antico castello e la terra sorretta da Atlante, ovviamente Dayana avrebbe voluto andare da sola, ma non arrivava nemmeno ai pedali.
Segue un lungo giro tra i vari recinti di animali, alcuni veramente belli, dove Teresa, per rimanere dietro ai bambini che erano partiti avanti, ha fatto praticamente più che un giro turistico, una maratona.
Particolarmente suggestive le gabbie degli animali feroci, leoni, tigri, giaguari e compagnia bella, molti dei quali abbiamo avuto il piacere di sorprenderli in piena colazione.
Abbiamo quindi visitato un veliero di pirati che si trovava lì parcheggiato e passeggiato lungo viali contornati da fontane, laghetti, prati.
Lungo la strada del ritorno, ci siamo fermati allo spaccio di un'azienda casearia molto importante, dove Dayana ha fatto razzia di yogurt e succhi di frutta.
Rientrati a casa, oggi è toccato agli Aristogatti farci passare un pomeriggio in famiglia, prima di preparare la cena a base di salsicce e fagioli.