martedì 5 ottobre 2010

Giornata tecnologica

Anche oggi sveglia presto para salir.
Alle 8.45 ci aspetta sotto Luis (sorpresa!) con la figlia, cosa che è risultata molto gradita a Dayana, per andare a visitare il parco tematico denominato Maloka.
Si tratta di una specie di museo interattivo, dove i bambini (e volendo anche i grandini) possono vedere tutta una serie di attrazioni di carattere scientifico, ed effettuare anche degli esperimenti.
Forse era più adatto a bimbi più grandicelli, ma entrambe le bambine lo hanno gradito molto. Ad esempio si poteva sperimentare la cosiddetta gabbia di Faraday, standoci dentro mentre un generatore faceva scattare una scarica elettrica.



C'era una sezione dedicata alla storia dell'evoluzione, un microscopio elettronico dove si poteva ammirare una goccia d'acqua, tutto il sistema solare con vari giochini esplicativi, una serie di stand dedicati all'inquinamento, e molto altro.
Terminata la visita ci facciamo lasciare nei pressi di casa, per una passeggiata, pranzo in una nota catena di fast food (niente pubblicità) e rientro per attendere la visita di Aida (che oltre ad essere la referente de La Dimora a Bogotà è anche psicologa).
L'argomento della conversazione ovviamente è Dayana, con i nostri dubbi sul suo comportamento e sulle nostre reazioni; la bambina non ha mancato di dimostrare tutta la sua vivacità ed intraprendenza anche in questi pochi minuti, che riteniamo siano stati abbastanza utili.
Aida ci ha incoraggiato a resistere alle paturnie della bimba, spiegandoci che Dayana sta testando la nostra resistenza e che l'unica strada percorribile deve essere la fermezza unita alla dolcezza, che potrà far comprendere alla bambina la distinzione dei ruoli, e che deve essere lei a fare il primo passo quando viene rimproverata.
Certo, facile a dirsi, anche perchè noi fino ad ora, anche dopo monellerie e rimproveri, ci siamo sempre riaccostati alla bambina per primi, colmandola di attenzioni.
Manco a dirlo, la prova arriva subito, poco dopo che Aida era andata via.
Per una sciocchezza incomincia a piangere al suo solito, buttandosi sul letto e rifiutandosi di parlarci.
A questo punto, decidiamo di provare; le spieghiamo (mentre lei finge di non ascoltare) qual'è il problema e che deve chiederci scusa, altrimenti potrà rimanere nella sua stanza, senza computer e televisione.
Passa un'oretta, durante la quale ho dovuto quasi legare Teresa per non farla passare di là, e finalmente la bambina chiama, consegnandoci un pacchetto confezionato, con dentro dei bigliettini indirizzati a noi, dove ci chiedeva scusa e diceva che ci vuole bene. La guerra non è ancora finita, ma la prima battaglia è vinta!
Ovviamente la serata si è conclusa tutti insieme appassionatamente sul divano a (ri)vedere La Sirenetta, tra baci e abbracci, prima di cena e nanna.

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