lunedì 4 ottobre 2010

Gita a Montserrate

Oggi sveglia prima del solito, con l'aggravante di aver dovuto sopportare fino a mezzanotte una festa dentro il residence, che sembrava di essere coricati sulle casse.
Alle 8,30 in punto, citofona l'omino ingaggiato da Luis, e già dalla partenza avremmo dovuto capire che qualcosa non andava.
Infatti, al momento di mettere in moto, scatta l'antifurto, ed il tizio comincia ad armeggiare col telecomando, spegnere e riaccendere il motore, fare tre metri e rifermarsi, ma senza capirci niente.
Alla fine, ma penso solo per pura casualità, si riesce a partire, ma non era finita qui...
Cominciamo ad inanellare giri su giri, chilometri su chilometri, trovandoci una volta la strada sbarrata dai lavori in corso, un'altra da una gara ciclistica, un'altra volta il tizio sbaglia traversa; in pratica riuscivamo a vedere da lontano il santuario,ma non si trovava la strada per arrivarci. Dopo tre quarti d'ora buoni di telefonate, cambi di direzione, giri attorno ad isolati enormi, riusciamo ad arrivare al piazzale da cui partono funivia e funicolare che portano al santuario.
Vediamo Luis in lontananza e piantiamo lì l'omino, mentre cercava di capire si si poteva entrare o no nel parcheggio.
Salita in funivia, dove incontriamo Massimo e Clara, raggianti perchè domani finalmente partono per tornare a casa, e Gianni e Francesca, coppia sarda con due gemellini di 7 anni, che sono qui da un paio di giorni prima di noi.
Il santuario della Virgen de Montserrate si trova su un monte che domina dall'alto Bogotà, che ci appare in tutta la sua enormità di megalopoli da 8 milioni di abitanti.
Nel panorama, su un monte vicino, si staglia la statua della Madonna di Guadalupe, mentre alle spalle del santuario si trova una stradina con negozietti di souvenir e di roba da mangiare; dopo un po' di foto ci fermiamo in uno di questi localini tipici per uno spuntino, a base di pannocchie arrostite e tamal (una specie di couscous locale, cotto dentro un cartoccio di foglie, che Dayana ci aveva già fatto provare ieri sera).
La discesa avviene in funicolare, anche questa piuttosto suggestiva, imbarcati di nuovo a sirene spiegate, decidiamo con Teresa di farci lasciare a Usaquin, un quartiere dove la domenica si svolgono una serie di mercatini artigianali.
Durante il tragitto, quasi arrivati, Dayana comincia a piagnucolare perchè deve fare pipì, e quando passiamo davanti al cenrto commerciale del quartiere, chiedo al tizio di fermersi, ma lui nisba, dopo altri 200 metri, un urlo esasperato di Teresa lo convince a piantare una frenatona e, mentre Teresa e la bimba, non senza aver sbattuto la portiera, scappano via, io perdo ancora qualche secondo per pagarlo e salutare; finalmente liberi!
Dopo i mercatini, comida sul posto e rientro a casa con Luis.

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